Gli Avari europei, quei guerrieri venuti dall’Est A proposito di…

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Archeologia Viva n. 148 – luglio/agosto 2011
pp. 72-75

di Mauro Rubini

Le scoperte archeologiche nelle molte necropoli avare disseminate nel continente consentono di ricostruire il volto di questa famosa popolazione “barbarica” giunta in occidente dalle più lontane steppe asiatiche e connotata da un forte impeto guerriero

Sugli altopiani dei monti Altai, nella Siberia meridionale tra Mongolia e Russia, il freddo vento che spira sempre con inaudita violenza ha un duplice scopo, dicono i vecchi: scandire la giornata di un uomo e sgombrare il cielo da nubi minacciose.

Non c’è nulla su cui l’occhio si posi cercando sollievo se non, quando capita, un gruppetto di tende a cerchio, dove al centro vengono ricoverati i pochi animali domestici in grado di vivere in questo ambiente estremo.

Al tramonto il vento si calma e, terminato il pasto, il vero piacere è raccogliersi attorno al fuoco. Occupa la scena Kubrat “il cieco”, decano della comunità: con i suoi racconti rapisce adulti e bambini.

Da giovane Kubrat è stato un potente khagan, a capo di eserciti che avevano osato fino al grande lago caldo, le cui imprese sarebbero rimaste legate all’epopea degli Àvari, per noi europei, cavalieri nomadi venuti dall’Est. […]