Depositi di Beni culturali. Il patrimonio “invisibile” Futuro del passato

Archeologia Viva n. 219 – maggio/giugno 2023
pp. 70-71

di Rosalba Panvini e Carla Socrate

Musei e soprintendenze hanno depositi stracolmi di reperti e di opere spesso neppure catalogati e quasi sempre accessibili ai soli esperti:
in Sicilia la “Carta di Catania” propone soluzioni concrete per ordinare questo immenso patrimonio sommerso e renderlo fruibile alla gente

Idepositi sono spazi indispensabili. Si stima che vi si conservi circa l’ottanta per cento dei nostri beni culturali: il cosiddetto patrimonio “invisibile”. Si pensi ai reperti confiscati a chi li deteneva illegittimamente oppure agli oggetti donati da privati e dei quali non si conosce il contesto di provenienza. Soprattutto vi sono custoditi migliaia di reperti recuperati nel corso del tempo in regolari campagne di scavo, i cui risultati può succedere che non siano mai stati pubblicati dagli autori delle ricerche e dei quali, spesso, non si rintraccia neanche la documentazione.

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