Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 219 – maggio/giugno 2023

di Piero Pruneti

Napoli è protagonista in questo numero. Con due articoli corposi. Dedicato il primo ad Alessandro Magno in occasione della grande mostra sul Macedone che sta per aprirsi al MANN, ispirata da quel capolavoro assoluto che è il grande Mosaico della Battaglia rinvenuto a Pompei ormai quasi due secoli fa e da allora capace di trasmetterci, con tutta la forza icastica di un fotogramma scelto da un geniale regista, il momento supremo dell’incredibile impresa alessandrina in Asia: quel contatto ravvicinato fra Alessandro che irrompe, giovane e vincitore, in un mondo che sta per diventare suo e il Re dei re in fuga, incredulo di fronte a tanto disastro.

Si percepisce bene che è stato quel milione e mezzo di tessere – genialmente composto a fermare un momento topico della storia – a muovere la penna di Paolo Giulierini, direttore del MANN, e la sua volontà di realizzare un’esposizione su un tema così ambizioso per la sua stessa celebrità. L’altro articolo “napoletano” ci conduce nel cuore del rione Sanità, sotto a un palazzo nobiliare di via dei Cristallini. A diversi metri di profondità, al livello di un’antica vallecola colmata nei secoli da strati e strati di fango alluvionale, troviamo tutti i colori di un mondo scomparso. Sono i colori brillanti della vita, stesi sulle pareti delle tombe per sconfiggere la morte dei sepolti in quel luogo e che il nostro fotografo Alfio Giannotti ha saputo captare per le pagine della rivista. La terra conserva.

Ne abbiamo un altro mirabile esempio se ci spostiamo alla periferia di Perugia, dove, sempre nella prima metà dell’Ottocento – secolo straordinario per l’archeologia –, venne riportata in luce una monumentale sepoltura intatta, anche questa parecchi metri sotto la campagna, appunto l’Ipogeo dei Volumni, o meglio dei Velimna se vogliamo rispettare le origini e l’orgoglio etrusco di una delle famiglie più in vista della città antica. Leggetevi l’articolo della direttrice Maria Angela Turchetti per sapere come andarono le cose…                   

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”