Sulla millenaria cittadella di Erbil Futuro del passato

Sulla millenaria cittadella di Erbil

Archeologia Viva n. 147 – maggio/giugno 2011
pp. 66-68

di Andrea Misuri

La capitale della Regione autonoma del Kurdistan iracheno dopo il travolgente sviluppo economico che oggi ne fa una città fiorente e sicura ha deciso di valorizzare uno dei monumenti più rappresentativi dell’area mesopotamica

Siamo alle ultime propaggini nordorientali della sterminata piana mesopotamica in direzione dei monti Zagros, oltre i quali inizia l’altopiano iranico.

Al momento di salire sulla Cittadella di Erbil l’emozione è forte. Maestosa sulla città, s’innalza circondata da alte mura giallo ocra: stiamo entrando in uno dei più antichi insediamenti del mondo, abitato in modo continuativo da almeno seimila anni. Mura che nel XIII secolo resistettero ai mongoli di Hulagu, nipote di Gensis Khan.

Dall’alto dei merli, nella notte dell’equinozio di primavera, si festeggia ancora il Newroz accendendo i falò nei bracieri, ricordo di riti legati al ciclo della terra e al fuoco con il quale si venerava il dio Mazda, di cui Zaratustra era il profeta.

Il nome della città, Erbil, deriva dall’assiro Arba-ilu, le ‘Quattro Divinità’ che qui erano venerate. Tra queste Ishtar, dea dell’amore e della guerra, di cui esisteva un tempio che le autorità locali auspicano di riportare in luce. 
[…]