Tombaroli: sgominata banda internazionale

24 maggio 2023


Associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione, furto ed esportazione illecita di reperti archeologici e numismatici: 51 indagati, 21 misure cautelari e 50 perquisizioni eseguite da 300 Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale nel centro e sud Italia.

È il risultato dell’ultimo blitz dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, in collaborazione con il R.O.S. di Roma, i militari dei Comandi dell’Arma territorialmente competenti e con lo Squadrone “Cacciatori Puglia”, contro i tombaroli che ha portato al sequestro di 3586 beni archeologici, numismatici e ceramici in diverse regioni d’Italia tra cui Puglia, Basilicata, Campania, Abruzzo, Lazio e Trentino Alto Adige.

Traffici nazionali ed esteri

I 21 provvedimenti restrittivi e le decine di perquisizioni, sono avvenute nei confronti di indagati che fanno parte di una banda responsabile di numerosi scavi clandestini, ricettazione e commercializzazione illecita, a livello nazionale e internazionale, di importantissimi reperti archeologici, di valore storico culturale e commerciale inestimabile.

L’indagine “Canusium”

L’indagine, denominata “Canusium”, è stata condotta dal Nucleo Tpc di Bari: l’attività investigativa è stata avviata nel 2022 a seguito dell’individuazione nell’agro di Canosa, mediante la componente aerea dell’Arma pugliese, di diversi scavi clandestini.

Una mano sporca l’altra…

L’inchiesta partita nello scorso autunno ha consentito di individuare un’organizzazione criminale composta da soggetti che compongono la filiera tipica del fenomeno delinquenziale a danno dei beni culturali e strutturata nel modo seguente: tombaroli, ricettatori di zona (primo livello) e areali (secondo livello), nonché da trafficanti internazionali.

Il passaggio dalle case d’asta

Il sodalizio aveva avviato un fiorente canale commerciale di monete archeologiche che, frutto di scavi clandestini eseguiti in Puglia e Campania, venivano poi cedute dai vari ricettatori ai diversi trafficanti internazionali, i quali provvedevano a immetterle sul mercato illecito globale, attraverso case d’asta estere.

Nel corso delle indagini sono state recuperate e sequestrate diverse migliaia di reperti archeologici, tra ceramiche e monete in oro, argento e bronzo, 60 tra metal detector e arnesi idonei allo scavo clandestino, oltre a documenti che attestavano le transazioni illecite in Italia e all’estero.