I custodi della memoria. Scribi fra Mesopotamia Egitto ed Egeo Alle origini della scrittura

Archeologia Viva n. 220 – luglio/agosto 2023
pp. 32-40

di Louis Godart

Impietositi dalle condizioni miserabili degli uomini costretti a trascorrere l’esistenza incapaci di capire i segni mandati dal cielo o di inventare rimedi per le malattie gli dèi fecero loro il dono della scrittura

Da qui il ruolo fondamentale degli scribi nell’organizzazione delle società antiche: custodi della memoria ma anche artisti medici e indovini…

«Luomo scompare, il suo corpo torna alla polvere, i suoi simili diventano terra, ma il libro ne perpetua il ricordo. Meglio un libro di una casa solida o di un tempio nel lontano Occidente, o di una roccaforte, o di una stele eretta in un santuario… Sono scomparsi i saggi profeti e i loro nomi sarebbero dimenticati se i loro scritti non ne serbassero il ricordo».

Questo testo, consegnato al papiro Chester Beatty IV di età ramesside (XIII sec. a.C.), sottolinea la perennità intramontabile dello scritto e forse rappresenta l’omaggio più bello mai reso agli inventori della scrittura. Con il suo sguardo di eternità illuminato dagli occhi di cristallo e quarzo, lo scriba del Museo del Louvre, seduto, le gambe incrociate, un rotolo di papiro poggiato sulle ginocchia, è diventato l’emblema di questi funzionari che costituivano l’ossatura degli Stati del Medio e Vicino Oriente e della Valle del Nilo. 

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