Chieti: un cuore antico Italici e Romani

Chieti nell'antichità

Archeologia Viva n. 146 – marzo/aprile 2011
pp. 40-51

a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo

La gente italica dei Marrucini si distinse nell’alleanza con i Romani e il loro centro egemone sulle alture abruzzesi in vista della foce del Pescara si trasformò in una prospera città d’importanza strategica nella regione del medio Adriatico

Le prime fonti riferibili al territorio di cui l’antica Chieti fu centro egemone ci parlano dei Marrucini alleati di Roma dopo la fine della seconda guerra sannitica (304 a.C.), partecipanti alla battaglia di Ascoli Satriano (279 a.C.) contro Pirro e poi, con le altre genti italiche, alla battaglia di Canne contro Annibale (216 a.C.); si ricorda anche, sempre nell’ambito della seconda guerra punica, un invio di volontari marrucini a Scipione in partenza per l’Africa (205 a.C.).

Un riferimento più diretto all’antica Teate ci è tramandato dal poeta latino Silio Italico nell’episodio dei due fratelli teatini, Herius e Pleminius, protagonisti di gesta eroiche a Zama (202 a.C.) dove rimasero uccisi. Una coorte marrucina fu decisiva per la vittoria dell’esercito romano, comandato dal console Lucio Emilio Paolo, a Pidna (168 a.C.) contro re Perseo di Macedonia.

L’alleanza con Roma – nel cui ambito per quasi due secoli si erano formati i migliori uomini delle gentes locali – si ruppe con la guerra sociale (91-88 a.C.), ma anche in questo caso risalta il prestigio delle famiglie aristocratiche di Teate: tra i comandanti dei ribelli figura in primo piano Asinius Herius, pretore dei Marrucini.

La stessa gens Asinia già nel 40 a.C. comparirà a Roma tra i ranghi senatori con il suo più illustre rappresentante, Asinio Pollione, nel solco dell’antica alleanza che legava Chieti alla capitale e che aveva consentito al piccolo centro marrucino di svolgere un ruolo di assoluto rilievo nell’area medioadriatica.

È probabile che proprio alle iniziative evergetiche degli Asinii si debba la radicale trasformazione che il municipium marrucino subisce nella prima metà del I sec. d.C. a opera di Asinio Gallo, ricordato nelle epigrafi per aver dotato la città di acquedotti.

Altri importanti personaggi di rango equestre alle corti di Tiberio, Claudio e Nerone contribuirono al fiorire di Teate: dal già citato Asinio Gallo, fatto uccidere dall’imperatore Tiberio, a Erennio Capitone, procuratore in Palestina, a Sestio Pedio Lusiano Hirruto, originario del pagus (villaggio) marrucino di Interpromium, al quale si deve la costruzione dell’anfiteatro, a Vezio Marcello che, con la moglie Elvidia Priscilla, contribuì alla ricostruzione degli edifici nel foro.

La storia urbana visse ancora episodici momenti di splendore nel II e III secolo, quando l’interesse dell’Impero per la sponda dalmatica dell’Adriatico coinvolse anche Teate. […]