28 luglio 2023
Non sappiamo per quanto tempo provò a resistere al mare in tempesta, di sicuro però sappiamo come andò a finire per l’antica nave oneraria romana del II-I sec. a.C il cui relitto è stato ora individuato a 160 metri di profondità nelle acque di Civitavecchia (RM) dai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale insieme al Centro Carabinieri Subacquei di Genova insieme Nucleo Carabinieri Subacquei di Roma.
L’eccezionale rinvenimento è il frutto di un’attività investigativa della Sezione Archeologia del Reparto Operativo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, coordinata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, in collaborazione con la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo di Taranto.
Il sopralluogo ha rilevato la presenza anche di un carico di centinaia di anfore romane tipo “Dressel 1 B”, la maggior parte integre, che hanno formato un giacimento delle dimensioni di 12 metri di larghezza e 17 di lunghezza, da cui si può ipotizzare che la nave potesse superare i 20 metri.
Le operazioni si sono svolte con l’impiego di un robot sistema ROV (Remotely Operated Vehicle), comprensivo di sonar ed ecoscandaglio, che ha consentito, durante la mappatura completa del sito archeologico sommerso, d’individuare anche la presenza di due ceppi d’ancora in metallo sempre appartenenti all’antica nave romana.
La Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo di Taranto ha avviato le procedure necessarie per censire e salvaguardare tutta l’area archeologica sommersa.