Lucio Cesare in un ritratto a Modica

9 agosto 2023


Il Museo Civico di Modica (Rg) espone un ritratto di Lucius Vipsanius Agrippa, sfortunato nipote e figlio adottivo di Augusto, nella mostra “Il potere dell’immagine“. Lucio Vipsanio Agrippa, figlio di Giulia e di Marco Vipsanio Agrippa (luogotenente e genero dell’imperatore), nacque nel 17 a.C. Augusto lo adottò, con il fratello Gaio, per assicurarsi la successione dinastica nell’ambito della non facile trasmissione del potere.

Storia di una scoperta

Paolo Orsi nel 1909 acquista per il Museo di Siracusa una «testa marmorea romana», posseduta dal signor Cesare Giardina Rizzone di Modica. Solo nel 1954 Gino Vinicio Gentili pubblica il ritratto e individua nel personaggio raffigurato un rappresentante della famiglia Flavia. Questo ritratto, dieci anni dopo, è inserito da Nicola Bonacasa nel catalogo dei ritratti greci e romani della Sicilia.

L’ultimo editore, Luca Zambito, lo ha correttamente attribuito a Lucio Cesare, appunto nipote e figlio adottivo di Augusto. Il ritratto proviene dall’altopiano modicano, località Cassaro a nord di Cava d’Ispica, dove è probabile che insediamenti rurali sparsi siano stati costruiti durante i primi secoli della nostra era.

Omaggio alla famiglia imperiale

Il ritratto del giovane principe, figlio di Agrippa, nipote di Augusto e suo figlio adottivo, è probabile che fosse stato posseduto da un privato cittadino, forse un ricco possidente, un agricoltore che lo esponeva nella sua residenza rurale come omaggio e riconoscenza alla famiglia dell’imperatore.

Tra l’altro, Agrippa, padre naturale di Lucio, aveva possedimenti in Sicilia poi acquisiti, dopo la sua morte, ai beni dell’imperatore. Il ritratto modicano di Lucio Cesare conferma la diffusione dei motivi iconografici della famiglia augustea, oltre che nei monumenti ufficiali come al foro di Augusto a Roma, anche in Sicilia e in un ambito privato.

Ragioni di una esposizione

Le ragioni di una esposizione del ritratto del giovane Lucio Cesare nel Museo di Modica, oltre ai significati legati a una politica culturale e museografica che intende riproporre la contestualizzazione di rinvenimenti nei territori, è l’occasione per ripensare problemi storico-artistici, formali e della storia dell’insediamento rurale e delle sue caratteristiche nelle aree suburbuane della Sicilia nel I sec a.C.

Destino negato di due sfortunati fratelli

Gaio e Lucio, nipoti di Augusto, sulla scena politica erano ormai esibiti quali principi designati. Lucio, maggiorenne nel 2 a.C., ricevette le stesse onorificenze del fratello. Ma la vita dei due giovani designati fu funestata da morti immature: Gaio morì in Licia a Limyza il 4 d.C. e Lucio era morto due anni prima, nel 2 d.C., in Gallia a Massilia, per una malattia. I due fratelli furono tumulati con grandi onori nel Mausoleo di Augusto.

Il progetto di successione del Principe fu così nuovamente sconvolto tanto che fu poi adottato Tiberio. I loro nomi furono inseriti nel Carmen Saliare (recitato dai sacerdoti Salî); a Nemausus (Nîmes) fu loro dedicato un tempio, la Maison Carrée; infine a Pisa, su due colonne di marmo, furono incisi gli elogi funebri.

Ritratti per il potere

L’effige di Gaio e Lucio era già apparsa nell’Ara Pacis, del 9 a.C., allorquando i due giovinetti erano stati raffigurati con la tunica e i capelli lunghi e con il torques, una collana che li classificava partecipanti a un antico torneo equestre collegato al mito troiano. Inoltre i due compaiono nell’arco eretto a Ticinum (Pavia) nel 7 o 8 d.C. Lucio compare anche con il fratello e la madre Giulia nel fodero di una spada e poi entrambi su una serie di monete coniate a Lugdunum (Lione), dove Lucio era già augure.

I due fratelli compaiono pure in un altare dedicato ai Lari del 7 a.C. dove c’è la raffigurazione dell’apoteosi del Divus Iulius. A Roma il portico davanti alla basilica Emilia era dedicato ai due fratelli prematuramente scomparsi e il senato dedicò nel Foro un monumento dove Lucio è ricordato perché fu designato console a quattordici anni. Per i tipi della ritrattistica di Lucio si riconoscono ben tre archetipi: un primo è molto simile ai ritratti di Augusto; il secondo tipo è relativo al momento nel quale assume la toga virilis; il terzo è quello postumo, della maturità.

Il ritratto da Modica è assegnabile al primo tipo (l’epidermide del viso è alquanto liscia, l’aspetto generale è quello di un personaggio pensoso, alquanto idealizzato, con gli occhi leggermente infossati) e assimilabile ai ritratti ufficiali di Augusto (le ciocche dei capelli distribuite sulla fronte, il motivo dei capelli “a stella” sul retro del cranio).

Certamente anche in Sicilia, in una villa residenziale della campagna fra Siracusa e Modica, verso il I sec. per effetto di un lealismo verso la famiglia di Augusto, uno dei sfortunati figli adottivi, Lucio, fu ricordato con l’esposizione della sua effige rendendo così omaggio all’imperatore.

Giovanni Di Stefano