News

C’era una volta (ed ecco com’era) il Prolago

25 agosto 2023


L’analisi del DNA antico getta luce sulla storia di una specie estinta: il prolago sardo un tipo di animale imparentato con lepri e conigli, che viveva in Sardegna e in Corsica e si estinse probabilmente ai tempi degli antichi romani. 

Il campione, rinvenuto nella grotta di Cabaddaris nel Supramonte di Orgosolo (Nuoro), è stato per la prima volta oggetto di importati studi e analisi da parte di ricercatori delle università di Bologna e Cagliari, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e dello Severtsov Institute of Ecology and Evolution of the Russian Academy of Sciences di Mosca.

Microfotografia dei resti di mandibola di Prolagus sardus usati per l’estrazione del DNA antico e rappresentazioni paleoartistiche dello scheletro completo di prolago e con relativa ricostruzione dell’animale (Foto Daniel Zoboli, coautore del lavoro scientifico).

Visse 7500 anni fa

Spiega il ricercatore dell’Alma Mater Valerio Joe Utzeri: «Oltre alle analisi genetiche, il reperto è stato datato grazie alla tecnica del C14, che lo ha collocato circa 7500 anni fa, nel periodo Neolitico. Tra i resti fossili di vertebrati quaternari rinvenuti in Sardegna, quelli di Prolagus sardus sono sicuramente i più abbondanti. È probabile che questa specie fosse preda di diversi carnivori (canidi e mustelidi) e di uccelli nell’ecosistema paleo-insulare quaternario della Corsica e della Sardegna. Inoltre, i resti bruciati raccolti in diversi siti archeologici hanno documentato che il prolago è stato regolarmente cacciato e mangiato dalle prime comunità di esseri umani che hanno colonizzato queste isole».

In troppi sull’isola ?

Questo lagomorfo è stato certamente presente in Sardegna fino all’età del Ferro e in Corsica probabilmente fino all’epoca romana. L’estinzione è stata forse legata all’introduzione di nuovi predatori e/o concorrenti per la stessa nicchia ecologica nell’ecosistema insulare. La trasmissione di agenti patogeni da parte di specie introdotte dall’attività umana, come ratti e lepri, non può essere però esclusa.

Il team di ricerca al lavoro presso il Laboratorio del DNA antico di Ravenna – foto UniboImmagine

Prese la sua strada 30 milioni di anni fa

Spiega Luca Fontanesi, coordinatore dello studio: «I dati ottenuti hanno permesso di ricostruire una filogenesi calibrata che supporta l’ipotesi che il genere Prolagus sia un sister group della famiglia Ochotonidae, che si è discostato dal lignaggio del genere Ochotona circa 30 milioni di anni fa. I risultati raggiunti contribuiscono ad affinare l’interpretazione filo-genetica delle peculiarità morfologiche del genere Prolagus, già descritte dagli studi paleontologici. Questa ricerca, inoltre, apre la strada a ulteriori approfondimenti per studiare in questa specie estinta, ad esempio, la variabilità intra-specifica, analizzando più resti recuperati da vari siti archeologici della Sardegna e della Corsica».

Quel tesoro di DNA (antico)

Afferma Elisabetta Cilli del Dipartimento di Beni Culturali Unibo: « Il DNA antico, una specie di capsula del tempo, ha rivoluzionato la comprensione di importanti eventi del passato con una risoluzione senza precedenti, fornendo nuove opportunità per rispondere a quesiti che non avremmo potuto risolvere con altri approcci. Come per questo studio, grazie alla paleo-genomica è stato possibile analizzare il DNA di molte altre specie estinte come ad esempio l’uomo di Neandertal, il mammut, la tigre dai denti a sciabola o ancora il leggendario unicorno siberiano».