Tonnara di Portopalo. Viaggio nel Mediterraneo antico L'Uomo e il mare

Archeologia Viva n. 221 – settembre/ottobre 2023
pp. 48-58

di Daniele Malfitana, Antonino Mazzaglia, Darío Bernal-Casasola, José J. Díaz;
con Fabiana Cerasa, Jose A. Expósito, Federico Fazio, Enrique García Vargas, Federica Guzzardi, Mario Indelicato, Lucrezia Longhitano, Giusi Meli, Javier Noriega, Javier Oviedo, José L. Portillo, José M. Vargas, Eduardo Garcia Zamora

L’estremità sud-orientale della Sicilia conserva le straordinarie testimonianze materiali di un’attività di pesca specializzata che per secoli ha consentito la sopravvivenza economica della popolazione stanziata nei pressi del promontorio di Capo Passero con strutture e metodi diffusi su tutta la “linea” mediterranea del tonno ma che a Portopalo hanno conosciuto un particolare sviluppo

Le attività di pesca e lavorazione del pescato, pur con tradizioni e costumi differenti, hanno accomunato i popoli costieri del Mediterraneo fin dalla più remota antichità. In tale ambito la ricostruzione delle tradizioni per la pesca di particolari specie marine ci consente di comprendere quali tecniche siano state impiegate per la cattura, ma anche i cibi derivati e i luoghi di commercio.

Prendiamo in particolare il caso del tonno. Questo nel suo ciclo di riproduzione compie lunghi viaggi dall’Atlantico verso il Mediterraneo, entrando per lo stretto di Gibilterra. 

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