Archeologia Viva n. 221 – settembre/ottobre 2023
pp. 30-39
di Giulio Magli
In Cambogia i re Khmer utilizzarono la ricchezza delle risorse ambientali per costruire complessi templari giganteschi quale mezzo di rappresentazione esplicita del potere
Furono così innalzati alcuni capolavori assoluti a livello planetario come Angkor Wat dove le indagini archeoastronomiche hanno qualcosa da dirci…
Quando si atterra a Siem Reap (l’antica Angkor) un posto al finestrino è consigliabile. Nella discesa, compare dapprima la sconfinata piana alluvionale del Tonle Sap, formata da un affluente del Mekong: è questa abbondanza d’acqua, abilmente regimentata e sfruttata, che assicurava la prosperità del regno Khmer.
Poi, compaiono all’orizzonte i simboli stessi di questa prosperità, durata all’incirca dal IX al XIII secolo: i templi di stato.