Con i lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 221 – settembre/ottobre 2023

di Piero Pruneti

Il rapporto fra l’uomo e il mare, oggi banalizzato dalle moderne tecnologie di navigazione e di pesca – salvo doversi ricredere quando meno ce lo aspettiamo –, è il motivo di fondo dell’articolo speciale sulla tonnara di Porto Palo che pubblichiamo su questo numero.

Nel presente caso il mare è visto dalla costa, dove sono stati rimessi in luce vasche e altri impianti per la lavorazione del pesce antichi di oltre duemila anni per arrivare alla grande tonnara dismessa solo alcuni decenni fa. Il pesce più ricercato era logicamente il tonno, di cui si erano ben presto capite le migrazioni stagionali dall’Atlantico al Mediterraneo orientale e ritorno.

Per quel mondo scomparso la nostalgia è grande, non certo per la fatica tremenda di chi doveva remare, fiocinare, trasportare per poi fare la fame, ma per quell’equilibrio fra Homo sapiens e ambiente fondato su un rapporto “onesto”.

Oggi i banchi di pesce vengono individuati con i sonar, catturati con reti chilometriche, issati con le gru e subito trasferiti su camion e aerei con una capacità di arrembaggio alla fauna marina che non trova limiti, per accorgersi, alla fine e troppo tardi, che i prezzi del pescato diventano proibitivi perché i mari si trasformano in deserti (pieni di plastica).

La tonnara antica di Porto Palo ci parla di questo mondo ormai mitico, di un “rapporto alla pari” che consentiva alle risorse di riprodursi senza essere sterminate. In questo modo la ricerca archeologica dà il meglio di sé, fornendoci una possibilità di confronto e riflessione utili per guardare al futuro del pianeta con occhi meno iniettati di rapina.

Cambiando argomento, c’è un problema che i vertici dei nostri beni culturali si rifiutano di vedere e che il nostro Giuliano Volpe ha messo in evidenza più volte. Sono le cifre esose – veri e propri balzelli con tariffari cervellotici – che gli editori dovrebbero pagare per le immagini di reperti, opere d’arte e monumenti. Tutto questo alla faccia della conoscenza e della divulgazione del patrimonio.        

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”