Baia sommersa: visita al quartiere termale Mondo romano

baia sommersa

Archeologia Viva n. 145 – gennaio/febbraio 2011
pp. 28-39

di Nicolai Lombardo

Dai primi rilievi sui resti della città sprofondata nel golfo di Pozzuoli a causa del bradisismo alle spettacolari ricostruzioni virtuali che presentiamo su Archeologia Viva

L’eccezionale avventura scientifica si protrae da un quarto di secolo consentendoci ora l’emozione di rivivere dall’interno le scenografie degli antichi edifici

L’esperienza di cui parliamo inizia ventisette anni fa e certamente rappresenta un unicum nel panorama archeologico europeo. Il campo d’azione, per lo meno nella prima fase, fu un quartiere termale di epoca romana imperiale, sommerso per effetto del bradisismo flegreo nelle acque di Baia, non lontano da Pozzuoli.

Le forze in campo furono quelle del Centro Campano di Archeologia Subacquea (fondato da chi scrive e ormai disciolto), un gruppo di archeologi che si autofinanziò per procedere nella pluriennale ricerca.

I risultati delle indagini hanno portato alla creazione – da parte del Ministero dell’Ambiente insieme a Ministero dei Beni e delle Attività culturali e Regione Campania – del Parco sommerso di Baia.

Inoltre, l’accuratezza del lavoro svolto consente ora di proporre, con l’ausilio delle più aggiornate tecnologie digitali, la ricostruzione volumetrica delle antiche terme sommerse.

Partendo dal rilievo manuale delle murature superstiti sono stati creati due modelli: il primo mostra la situazione dei resti murari come si presentavano negli anni Ottanta e quindi riproduce, in ambiente subacqueo, i ruderi del quartiere termale e la strada che lo fiancheggia.

Il secondo modello, partendo dalle informazioni del primo, propone una ricostruzione totale di questi ambienti, aggiungendo le porzioni mancanti delle pareti e le coperture. […]