Archeologia Viva n. 222 – novembre/dicembre 2023
pp. 78-79
di Giuliano Volpe
Una stratificazione ininterrotta dalla preistoria a oggi e per secoli centro del potere dell’Urbe
L’Area archeologica centrale di Roma è la più ampia e complessa al mondo ma forse la meno valorizzata e anche la più sfortunata
L’Area archeologica centrale di Roma (AACR) è distinta in due parti, sotto la tutela una dello Stato (Soprintendenza e Parco del Colosseo), l’altra di Roma Capitale (Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali).
Già questa è una bizzarra anomalia. Tentativi di degna sistemazione risalgono almeno all’Unità d’Italia – in realtà già prima, con il progetto napoleonico di Berthault (1770-1823) – con la legge Baccelli del 1887 e i vari Piani Regolatori del 1873, 1883 e 1909.
L’assetto attuale è sostanzialmente frutto degli sventramenti di epoca fascista, con l’eliminazione del quartiere dei Pantani e della Velia e la nascita di Via dell’Impero, per collegare piazza Venezia al Colosseo, ideale per le sfilate e la retorica del regime.