Archeologia Viva n. 222 – novembre/dicembre 2023
pp. 10-23
di Ilaria Menale, Carmine Pellegrino e Luigina Tomay
Pontecagnano ha restituito un numero straordinario di sepolture che raccontano di un grande centro etrusco della Campania una regione di frontiera dove convivono greci etruschi e italici
L’organizzazione degli spazi funerari e gli oggetti che accompagnano i defunti forniscono preziose informazioni per ricostruire la lunga storia di un insediamento protagonista di scambi e integrazioni culturali dalla fondazione alla conquista romana
Ora una mostra punta l’attenzione sulle dinamiche di contatto e interazione tra gli abitanti del centro etrusco più a sud d’Italia e le altre genti della Penisola e del Mediterraneo
Nella parte settentrionale della piana del Sele, affacciata sul golfo di Salerno, sorge all’inizio del IX sec. a.C. l’antico insediamento di Pontecagnano, l’avamposto più meridionale degli Etruschi in Italia. Gli scavi condotti a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso hanno restituito oltre diecimila tombe: un patrimonio straordinario che, attraverso l’organizzazione degli spazi funerari e lo studio dei corredi, consente di ricostruire la lunga storia dell’insediamento dalla fondazione fino alla conquista romana, ovvero dal IX al III sec. a.C.