Sotto le stelle di Xi’an. Piramidi e potere nell’antica Cina Fra terra e cielo

Archeologia Viva n. 223 – gennaio/febbraio 2024
pp. 24-31

di Giulio Magli

L’Archeoastronomia – se usata in modo corretto – permette di capire le idee dei costruttori di monumenti molto complessi e in particolare il legame fra gestione del potere e cicli celesti

Ecco il caso delle colline/piramidi dello Shanxi e dei corredi scultorei che le accompagnano in un costante rapporto fra terra e cielo fra il mondo dei vivi e l’aldilà

Era il 1974 quando nella campagna di Lintong, una ventina di chilometri a est dell’antica capitale Xi’an, avvenne la spettacolare scoperta del complesso funerario del primo imperatore cinese Qin Shi Huang (221-206 a.C.). Dalle fosse emersero, insieme ad altri enigmatici capolavori, i celeberrimi “guerrieri di terracotta”.

La tomba inviolata di Qin si trova all’interno di quella che a prima vista sembra una collina coperta di vegetazione, quasi una replica della cima principale del vicino Monte Li, la montagna sacra che nella tradizione cinese protegge da est la piana dello Shanxi. Avvicinandosi, ci si rende conto che non si tratta di una collina naturale, ma di un’altura costruita utilizzando grossi blocchi di terra, prima setacciata e poi compattata in casseforme di legno. 

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