Con i lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 223 – gennaio/febbraio 2024

di Piero Pruneti

L’archeologia urbana ci propone scenari di antiche storie in territori oggi ad alta concentrazione di vita. Così uno scavo tutto sommato poco esteso sotto il centralissimo Palazzo Cerretani – che a chiunque abiti o sia stato a Firenze sarà capitato di osservare raggiungendo la stazione di Santa Maria Novella – ci propone un salto nel tempo di oltre duemila anni.

Ora non sarà più possibile passare davanti a quell’edificio senza “vedere” i vigneti che subito fuori le mura dell’antica Florentia occupavano i primi lotti della centuriazione tracciata dagli agrimensori fino a Pistoia, nella fertile pianura, oggi quasi interamente coperta da case e fabbriche. E in mezzo ai vigneti, proprio dove i Cerretani costruiranno il loro palazzo nobiliare, una villa rustica, la fattoria dove si spremeva l’uva e si faceva il vino. Dagli spalti delle mura quadrangolari della colonia i soldati di guardia vedevano la distesa verde dei campi fin dove l’occhio arrivava.

Poi la crisi del sistema produttivo romano e anche dell’agro fiorentino. Nel Medioevo su quello che rimane dell’antica villa rustica si impianta una torre – sono sempre gli scavi sotto Palazzo Cerretani che parlano – in un’area ancora esterna alla cinta urbana, a difesa di un borgo ridossato alla parte occidentale della città. Sono vicende che in questo angolo di Firenze si manifestano con chiarezza didattica, per capire un’intera epoca. Nel basso Medioevo Firenze è città ricca, in piena espansione edilizia.

Le vecchie mura non bastano e la nostra torre viene inglobata nella nuova cinta, insieme agli agglomerati che nel tempo erano cresciuti fuori. Ora non serve più per difendere e passa a nuovi usi, lentamente si trasforma, viene a far parte di nuove strutture, fino a trovarsi, insieme agli ambienti dove nella fattoria romana si spremeva l’uva, nelle fondamenta del palazzo seicentesco.

È una piccola grande vicenda nella città che con i suoi geni ha fatto la storia dell’Europa. E un po’ anche della nostra rivista…

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”