Incontro con Maria Ausilia Fadda La voce della storia

Archeologia Viva n. 144 – novembre/dicembre 2010
pp. 74-75

Intervista di Giulia e Piero Pruneti

«Le diecimila costruzioni nuragiche della Sardegna sono un fenomeno unico nella preistoria europea»

«In una regione dove l’acqua è sempre stata un problema i nuragici dedicarono i loro templi alla divinità di questo elemento vitale»

«Un po’ come sta succedendo nella nostra epoca i Fenici posero fine a una civiltà millenaria usando i mercati e non le armi»

Maria Ausilia Fadda l’imperturbabile (almeno da fuori, dentro chissà…). L’abbiamo vista – da sola, in zone archeologiche della Sardegna profonda, due o tre ore di fuori strada dal primo segno di civiltà – trattare con cortesia ferma, senza alzare minimamente la voce, pastori barbaricini in odore di malavita che pensavano di intimorirla urlando e mettendole il dito sotto il naso.

Altre volte le minacce sono state più silenziose e pesanti, come quando le fecero trovare le pagine di una rivista pornografica attaccate sulla rete del cantiere di scavo.

L’ha sempre avuta vinta lei – donna barbaricina, testa dura più degli altri – per difendere le ragioni di quella ricerca condotta con caparbietà proprio per restituire ai sardi di oggi la coscienza del mondo nuragico da cui provengono.

Il primo incontro con la dottoressa Fadda avvenne nel 1994, in un luogo bellissimo, sul bordo di una falesia dl golfo di Orosei sovrastata da un grande nuraghe, il nuraghe Mannu di Cala Gonone, interamente coperto da una impenetrabile macchia mediterranea.

Su proposta di Luigi Crisponi (all’epoca commissario dell’Ente sardo industrie turistiche) vene deciso di scavare il nuraghe Mannu con i lettori di Archeologia Viva. Così, sotto la direzione di Maria Ausilia Fadda, in pochi anni quel cumulo di pietre e di rovi è diventato il monumento più suggestivo e visitato del comuni di Dorgali.

Molte altre operazioni simili seguirono in Sardegna, ma lo scavo del nuraghe Mannu rimane un’esperienza “storica”, per la temerarietà dell’impresa e il numero di volontari coinvolti. In quasi quarant’anni di ricerche e scavi nel Nuorese, Fadda ha riportato in luce decine e decine di monumento nuragici, di cui molti sono strutture templari eccezionali e sconosciute, che hanno aperto uno squarcio di luce sulle capacità degli architetti nuragici, sull’organizzazione sociale e, sopratutto, sulla spiritualità di un mondo preistorico che sfuggiva alla dimensione delle conoscenze scientificamente provate.  […]