Incontro con Paolo Giulierini La voce della storia

Archeologia Viva n. 224 – marzo/aprile 2024
pp. 74-76

Intervista di Giulia Pruneti

«L’Italia? Impossibile avere una ricchezza più grande in una realtà geografica così piccola»
«In ogni tempo l’uomo ha stabilito convenzionalmente confini e divisioni»
«Vorrei aver vissuto con gli Etruschi per parlare e leggere la loro lingua»
«Dovremmo mantenere viva la fiamma delle culture antiche
»

Cosa sarebbe stata e sarebbe l’Italia senza quella ricca e sfaccettata realtà multiculturale tradizionalmente definita con il termine di “popoli italici”? Liguri, Veneti, Etruschi, Lucani, Sanniti, Enotri, Siculi… sono solo alcuni dei nomi che impariamo a scuola, salvo dimenticarcene quasi subito, quando entrano in scena i Romani con il loro indiscusso appeal di conquistatori.

Eppure nasce lì quell’idea di melting pot all’italiana che di fatto ha costituito l’ossatura di ciò che oggi ci rende unici. Toponomastica, monumenti, reperti, abitudini alimentari e culinarie svelano molto di come fummo “anticamente diversi” in un ipotetico viaggio nella Penisola descritto ora a regola d’arte ne L’Italia prima di Roma, ultima fatica editoriale di Paolo Giulierini. Amico e collaboratore da sempre di Archeologia Viva, Giulierini, nativo dell’etrusca Cortona (Ar), importante lucumonia della Valdichiana, si è specializzato in Etruscologia all’ateneo di Firenze sotto la guida di Giovannangelo Camporeale (1933-2017), un grande maestro. 

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