Fortunatus: il sagittario venuto da Oriente Obiettivo su...

Archeologia Viva n. 224 – marzo/aprile 2024
pp. 78-62

di Mauro Rubini; scheda di Silvia Aglietti

La vita e la morte di un arciere a cavallo della celebre Legio II Parthica ci vengono raccontati dalle indagini sulla sua sepoltura rinvenuta ad Albano Laziale

La ricostruzione della sua stessa effigie ci restituisce il volto di un valente legionario romano ingaggiato dalle file degli irriducibili nemici persiani

Senza dubbio una delle figure del mondo romano che più colpisce l’immaginario collettivo è il legionario. Gli anonimi soldati protagonisti delle conquiste di Roma sono sempre stati un modello di adattamento alla vita militare, per la resistenza, l’esperienza, la disciplina, le ottime prestazioni nel campo di battaglia.

Costituivano la struttura portante dell’unità di base dell’esercito, la legio (legione) – da cui il loro nome – che tuttavia comprendeva anche altri fondamentali reparti, quali i cavalieri, i frombolieri (armati di fionda) e i sagittari (arcieri a cavallo). 

Continua a leggere sulla rivista