Alessandro: grandezza e memoria Un uomo una storia

Alessandro Magno: grandezza e memoria

Archeologia Viva n. 144 – novembre/dicembre 2010
pp. 50-56

a cura di Giuditta Pruneti

È vero che il Macedone – per calcolo politico e autoconvinzione – curò lui stesso la sublimazione della propria immagine da condottiero geniale a essere sovraumano…

Mma bisogna riconoscere che la risonanza e il ricordo delle sue imprese non avrebbero comunque potuto sottrarsi alla dimensione del mito

Ce ne parla ora una grande mostra ad Amsterdam con reperti e capolavori dal Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo

Chi a trent’anni ha conquistato “il mondo intero” deve possedere una forza soprannaturale. Nella storiografia la realtà e il mito di Alessandro – ovvero Alessandro III, sovrano di Macedonia (356-323 a.C.) – sono inestricabilmente intrecciati l’una all’altro.

Fin dall’inizio, le biografie del Macedone contengono allusioni alla sua natura divina ed è ben possibile che il condottiero abbia alimentato in prima persona questa leggenda. Egli fece registrare gli eventi della sua grande spedizione militare dal poeta di corte e storiografo Callistene. Tuttavia, queste descrizioni ci sono pervenute soltanto attraverso fonti successive.

Nella letteratura Alessandro Magno è rappresentato come un eroe, un brillante condottiero che non conosce rivali in fatto di audacia, intuito strategico e spirito d’iniziativa. Allo stesso tempo è raffigurato come un alcolizzato megalomane, preda di accessi d’ira che non risparmiavano nessuno, nemmeno le persone a lui più vicine le quali a volte dovettero pagare con la vita la sua collera.

Negli scritti greci, romani e, più tardi, in quelli occidentali, al Macedone viene attribuito l’epiteto di Magno. In Oriente, tuttavia, era già denominato Alessandro il Terribile. […]