Dura Europos: la ‘Pompei’ del deserto siriano Grandi scoperte

Dura Europos: la Pompei del deserto siriano

Archeologia Viva n. 144 – novembre/dicembre 2010
pp. 16-30

di Autori Vari

Sospesi sull’Eufrate i resti imponenti dell’antica città siriana si offrono come uno dei siti più suggestivi di tutto il Vicino Oriente

La dedica a Dura Europos del prestigioso Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino offre l’occasione per ripercorrere un’avvincente scoperta archeologica e la storia vivacissima di un ricco centro carovaniero: da colonia macedone a metropoli partica e infine roccaforte romana in faccia all’impero sassanide

Le muraglie dell’antica Europos Dura, sbarrando l’orizzonte verso est, dopo la strada che porta da Deir ez Zor verso il confine con l’Iraq, sbalordiscono per la loro ampiezza. Si abbandona la strada principale e, dopo un chilometro sull’altopiano steppico, si raggiunge la monumentale porta di Palmira che domina il grande bastione in pietra.

Oltrepassato l’impressionante varco decorato da graffiti greci, latini e aramaici, in un attimo si è trasportati in un altro mondo, uno strano universo delimitato da due profonde forre e disseminato di muri che affiorano, di aree scavate abbandonate, circondate da lunghi rilievi di terra costituiti da vecchio materiale di sterro e da monumenti restaurati di recente.

Costruiti in gesso friabile, in gesso cotto o in argilla, i numerosi monumenti sono, in effetti, quasi tutti danneggiati dal tempo, e il paesaggio urbano non può competere con quello di siti quali Palmira, Bosra o Apamea di Siria.

Ma la quantità e la natura delle opere militari, dei templi, degli edifici pubblici, dei palazzi e delle case, dei bagni, e altro ancora, sono tali da farci sentire a contatto diretto con la storia della Siria antica. […]