Archeologia Viva n. 225 – maggio/giugno 2024
pp. 18-27
di Marco Cruciani; Danilo Leone; Mario Mazzoli; Simonetta Stopponi e Vincenzo Valenzano
Nel sito già noto per avere restituito il santuario federale degli Etruschi si è ora effettuato il complesso (e acrobatico) scavo di un profondo pozzo medievale custode della storia di un’intera comunità attraverso oggetti e manufatti gettati in varie epoche compresa una matrice in bronzo raffigurante Filippo il Bello
Da oltre vent’anni Orvieto è al centro di indagini archeologiche che hanno reso famoso il sito di Campo della Fiera, poche centinaia di metri dall’imponente rupe tufacea su cui sorge la città. Le ricerche sono dirette da Simonetta Stopponi e condotte dall’Associazione Campo della Fiera, affiancata da un’équipe dell’Università di Foggia guidata da Danilo Leone, con il sostegno finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.
Campo della Fiera è un sito straordinario, frequentato a partire dall’epoca etrusca per più di duemila anni, dal VI sec. a.C. al XVII secolo, e che continua a riservare scoperte e informazioni preziose.