Helawa e Aliawa. La Mesopotamia rivelata Vicino Oriente Antico

Archeologia Viva n. 226 – luglio/agosto 2024
pp. 24-39

di Luca Peyronele Agnese Vacca;
schede di Luca Peyronel, Alessandro Cavagna, Michael Campeggi e Valentina Oselini

Nel Kurdistan iracheno gli scavi dell’Università di Milano su due “collinette” della piana di Erbil permettono di ricostruire la storia millenaria della regione tra il Tigri e i monti Zagros fornendoci straordinarie testimonianze per comprendere l’evoluzione delle più antiche comunità sedentarie a est del grande fiume mesopotamico

Nella Mesopotamia settentrionale, a oriente della vallata del Tigri, tra i suoi affluenti Zab superiore e inferiore, fino alle pendici della imponente catena degli Zagros si estende la piana di Erbil, costellata di collinette artificiali (tell in arabo, gird in curdo) che celano insediamenti con occupazioni plurimillenarie.

È soprattutto l’utilizzo del mattone crudo (argilla impastata con paglia e acqua) ad aver determinato – qui come in tutta la Terra tra i due fiumi – l’innalzamento progressivo del suolo e la conseguente formazione dei siti archeologici che si stagliano nella piana ritmando il paesaggio attuale, dove i luoghi del passato si mescolano ai villaggi rurali e ai centri urbani maggiori.

Le strisce di asfalto e le piste in terra battuta segnano il terreno arido, un tempo fertile per la fitta rete di corsi d’acqua e canali. 

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