Archeologia Viva n. 227 – settembre/ottobre 2024
pp. 68-71
di Umberto Pappalardo
Ogni anno con l’arrivo dell’estate negozi e vetrine si riempiono di costumi da bagno femminili per tutti i gusti
Ma cosa accadeva nell’antichità? La stessa cosa!
E senza sfigurare per nulla rispetto a quelli moderni…
Una prima versione del costume a due pezzi era in uso già tra i Romani: la testimonianza più famosa, quasi da cartolina, è quella delle “Fanciulle in bikini” di Piazza Amerina in Sicilia. Nel mosaico di IV sec. d.C. che decorava un cubiculum (stanza da letto) della celebre villa del Casale si vedono otto giovani donne (di una nona, ovvero la prima a sinistra in alto, restano solo i piedi) intente a praticare sport coperte solo da uno slip e una fascia di lino sul seno.
La seconda da sinistra in alto, insieme alla prima e all’ultima a destra in basso, mostra persino uno slip ricamato. Lo slip, in latino subligaculum (da subligo, “legare sotto”, e culus dal greco kòlon, “intestino”), era uno degli indumenti di biancheria intima più diffusi fra i Romani.