Tell Abraq. Un tesoro archeologico L'Oriente antico

Archeologia Viva n. 227 – settembre/ottobre 2024
pp. 40-53

di Michele Degli Esposti; schede di Federico Borgi, Teresa Nicolosi, Daniela Williams e Andrea Zerboni

Nel cuore degli Emirati Arabi Uniti al crocevia tra India Medio Oriente e Mediterraneo un modesto rilievo artificiale sulla costa del Golfo Persico ci documenta la realtà storica di un luogo estremo…

In arabo Rub’ al-Khali significa ‘il quarto vuoto’, ovvero la “quarta parte” (dopo cielo, terra e mare): un deserto sabbioso (erg) che si estende nella parte più meridionale della Penisola araba.

Nella frangia estrema del Rub’ al Khali, che arriva alla costa del Golfo Persico negli Emirati Arabi Uniti – nel nostro caso la costa del piccolo Emirato di Umm al-Quwain – come un monumento alla ricchezza archeologica del sudest arabico, si trova Tell Abraq, una duna di dieci metri che si distingue per il colore biancastro, coperta da uno spargimento di frammenti ceramici e resti di strutture.

A Tell Abraq dal 2019 conduce le proprie ricerche l’Italian Archaeological Mission in Umm al-Quwain (IAMUQ) in collaborazione con il locale Dipartimento di Archeologia e sotto l’egida dello sceicco Majid bin Saud Al Mualla. 

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