Veleia: nella terra dei Liguri Mondo romano

Veleia: nella terra dei Liguri

Archeologia Viva n. 143 – settembre/ottobre 2010
pp. 20-27

di Monica Miari, Carla Conti e Roberta Conversi

Prima centro di riferimento delle bellicose tribù dell’Appennino settentrionale e poi città strategica per il controllo romano di un territorio di montagna conquistato a caro prezzo

Veleia si presenta oggi nel rinnovato percorso di visita come uno dei siti archeologici più suggestivi dell’Emilia Romagna

Citata nelle fonti antiche (Plinio, Naturalis Historia VII, 163) come oppidum Veleiatium, ovvero centro fortificato dei Veleiati, la cittadina romana di Veleia (in comune di Lugagnano val d’Arda), nel cuore dell’Appennino piacentino a 460 metri di altitudine, è oggi, con i sui resti, uno dei siti archeologici più importanti dell’Italia settentrionale.

Fu scoperta casualmente nel 1747, dopo il ritrovamento della più grande iscrizione latina su bronzo nota per tutto il mondo romano: la Tabula Alimentaria (esposta al Museo di Parma) che, con riferimento al territorio di Veleia (Ager Veleias), ricorda la concessione ai proprietari della zona, da parte dell’imperatore Traiano (98-117 d.C.), di un prestito ipotecario i cui interessi erano destinati al mantenimento dei fanciulli e delle fanciulle poveri.

L’interesse per l’eccezionale ritrovamento fu tale che, nel 1760, il duca di Parma don Filippo I di Borbone, rivaleggiando con il fratello Carlo III, re di Napoli, che in quegli stessi anni cominciava l’esplorazione di Pompei, diede avvio agli scavi ufficiali e pochi mesi dopo fondò, per accogliere gli straordinari reperti, il Ducale Museo di Antichità, oggi Museo archeologico nazionale di Parma.

Nel corso di soli cinque anni, dal 1760 al 1765, la città fu riportata in luce quasi per intero: l’area del foro e della basilica, con l’eccezionale scoperta delle dodici statue raffiguranti i membri della famiglia giulio-claudia, l’impianto termale e i quartieri di abitazione. […]