Nuove scoperte a Ebla: una statua regale

Statua acefala di sovrano di Ebla dei primi secoli del II millennio a.C.

17 settembre 2024


di Davide Nadali (Sapienza Università di Roma)

A sessanta anni dall’inizio dell’esplorazione di Tell Mardikh da parte della Missione Archeologica Italiana in Siria, guidata da Paolo Matthiae di Sapienza Università di Roma, e dopo quattordici di interruzione degli scavi a causa del conflitto siriano, una nuova missione congiunta siro-italiana ha appena concluso una campagna di lavoro a Ebla per il ripristino delle aree che sono state oggetto di attività di scavo clandestino e distruzione tra 2014 e 2019.

Durante i sopralluoghi per una stima delle distruzioni e degli scavi clandestini con mezzi meccanici, è stata recuperata una statua regale acefala in basalto databile ai primissimi secoli del II millennio a.C. Si tratta di un ritrovamento eccezionale che si aggiunge alle già note statue regali di Ebla: il sovrano è seduto in trono mentre regge una coppetta con la mano destra e tiene la mano sinistra adagiata sul ginocchio. Come la statua trovata nel 1965 presso la Porta Sud-Ovest, è verosimile ipotizzare che anche la statua ora ritrovata fosse collocata presso uno degli ingressi della città, forse la porta settentrionale.

Il Santuario degli Antenati Divinizzati

Durante le operazioni di pulizia, con la rimozione degli accumuli di terreno degli anni dell’occupazione militare di Tell Mardikh, sono state recuperate le antiche strutture in mattoni crudi, a suo tempo restaurate dalla Missione Archeologica Italiana in Siria, dell’edificio sacro nell’Area B della città del Bronzo Medio (II millennio a.C.), già indagato negli anni 1971-1972 e successivamente restaurato tra il 2001 e 2002.


Immagine aerea del Santuario degli Antenati Divinizzati.

È stato possibile rilevare come il restauro fatto, che ha visto l’impiego di nuovi mattoni crudi impastati con la terra del sito a ricoprire i mattoni antichi, abbia resistito in maniera eccezionale, consentendo la lettura integrale della struttura e anche la conservazione dell’intonaco sui muri in crudo e del piano pavimentale.


Dettaglio dell’altare in mattoni crudi nella cella del Santuario degli Antenati Divinizzati, tagliato da una fossa di scavo clandestino.

Materiali dal terreno delle trincee di scasso

Una seconda operazione ha riguardato la setacciatura dei cumuli di terreno archeologico che sono stati ammassati durante gli anni dell’occupazione, quando il sito era stato trasformato in una base militare. Ogni cumulo è stato numerato e successivamente suddiviso in sezioni per documentare il materiale archeologico recuperato: questa operazione è necessaria per la pulizia e il ripristino della morfologia del sito, ma per salvaguardare dati archeologici che sono stati scavati illecitamente e irregolarmente, di fatto privandoli del loro contesto.


Studenti dell’Università di Aleppo setacciano il terreno dei cumuli delle trincee scavate durante l’occupazione militare di Tell Mardikh.


Licia De Vito della Missione italo-siriana a Ebla al lavoro sul campionamento della terra per la programmazione di nuovi restauri dei mattoni crudi.

Davide Nadali
Sapienza Università di Roma