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Preistoria e cambiamenti climatici

28 ottobre 2024


A Firenze, nell’ambito delle celebrazioni per i 70 anni dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, una mostra diffusa tra il Museo Archeologico Nazionale e il Museo di Antropologia e Etnologia racconta, per la prima volta, il ritrovamento dello straordinario sito preistorico di Poggetti Vecchi, in provincia di Grosseto.

Nel 2019 la copertina di Archeologia Viva (Giunti Editore) dedicata alla scoperta di Poggetti Vecchi in provincia di Grosseto  

Domande in cerca di risposta

In che modo i nostri antenati, già migliaia di anni fa, fronteggiavano i mutamenti climatici e i fenomeni atmosferici estremi? Quali strategie di adattamento sono risultate più vincenti? Quanto le condizioni avverse contribuirono all’evoluzione tecnologica?

Cerca di rispondere a questi interrogativi la mostra “170.000 anni fa a Poggetti Vecchi. I Neanderthal e la sfida del clima” a cura di Biancamaria Aranguren, Silvia Florindi, Daniele Federico Maras, Daniela Puzio e Anna Revedin.

Reperti inediti e ricostruzioni digitali

L’esposizione, visitabile fino al 12 gennaio 2025, è organizzata in due sezioni. Quella al Museo Antropologico intende valorizzare lo scavo di Poggetti Vecchi tramite ricostruzioni ambientali, tecnologie digitali e copie 3D per immergersi in quel mondo lontano e rendere possibile ai visitatori toccare con mano le riproduzioni fedeli degli straordinari ritrovamenti lignei.
La sezione al Museo Archeologico Nazionale di Firenze presenta invece alcuni dei manufatti originali in legno, finora mai esposti a causa dell’estrema fragilità.

Un sito eccezionale

Poggetti Vecchi, in provincia di Grosseto, sorge ai piedi di una collina da cui sgorga una sorgente termale già frequentata, 170.000 anni fa, da neanderthal ed elefanti antichi – alti fino a 4 metri e con zanne lunghe fino a 3 metri –, oggi estinti.

Bastoni da scavo preistorici con tracce di lavorazione a fuoco rinvenuti a Poggetti Vecchi 

Storia di una scoperta

A partire dagli scavi del 2012, un’equipe composta da studiosi della Soprintendenza, dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria e di varie università, è stata in grado di determinare non solo le condizioni climatiche dell’epoca, in un periodo in cui le temperature si stavano progressivamente irrigidendo, ma anche il paesaggio del sito, che grazie ai vapori tiepidi e alla presenza animale attrasse un gruppo umano.

Incredibile stato di conservazione

Tutto ciò è documentato non solo da numerose schegge di pietra, ma anche da bastoni di legno di bosso con tracce di lavorazione a fuoco conservati straordinariamente quasi intatti. Strumenti da scavo che mostrano per la prima volta l’avanzare di nuova tecnologia: l’utilizzo del fuoco per la lavorazione del legno che diverrà essenziale per l’evoluzione umana.

La mostra fa parte delle iniziative promosse a Firenze dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria in collaborazione con Museo Archeologico Nazionale di Firenze e Sistema Museale d’Ateneo dell’Università di Firenze, in accordo con la Direzione regionale Musei nazionali Toscana. Ha il contributo di Regione Toscana e Fondazione CR Firenze, .


Info: www.iipp.it
055. 2340765