Archeologia Viva n. 228 – novembre/dicembre 2024
p. 80
di Giuliano Volpe
L’idea del bello come unico parametro di giudizio del nostro (Bel)paese rischia di renderci miopi e anestetizzati verso i veri problemi di gestione del Patrimonio
Imperversa la retorica della Bellezza. Fioriscono mostre, convegni, addirittura stati generali. E così le trasmissioni televisive, anche di buon livello, che sul patrimonio culturale sembrano ossessionate dall’ideale edonistico del nostro tempo: difficili da distinguere, almeno nel titolo, da altre che si occupano di chirurgia estetica… Ovunque, la parola “Bellezza” è ripetuta ossessivamente (in gara con “iconico”, “incredibile”, “pazzesco”).
La politica non poteva restare a guardare e così ha cominciato ad appropriarsi di parole che sembrano mettere d’accordo tutti: si sprecano gli “Assessorati alla Bellezza”, a volte anche in regioni e città che hanno non pochi problemi di degrado, perfino di igiene pubblica.
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(Foto P. Gallo/Shutterstock)