Incontro con Angelo Panebianco La voce della storia

Archeologia Viva n. 228 – novembre/dicembre 2024
pp. 73-75

Intervista di Giulia Pruneti

«Nella storia le persone non sono inermi “pupazzi culturali”»
«Contemporaneisti e archeologi: due mestieri diversi necessari per capire chi siamo e cosa facciamo»
«Gli imperi longevi sono quelli più flessibili»
«Il mito di Roma ha condizionato l’intera storia occidentale»
«Chi esercita il potere deve tenere conto di interessi e credenze diffuse»

Politologo attivissimo nel dibattito che riguarda l’attualità, sempre tenendo ben presente che tutti noi, dai semplici cittadini ai capi di stato, siamo il “risultato storico” di un retroterra che affonda nel passato remoto.

Un angolo di visuale particolare e molto attento quello che ha guidato Angelo Panebianco nel suo ultimo libro: raccontare la storia attraverso le forme di governo che si sono succedute.

Non certo come una “sterile” erudita descrizione di regole, e, sicuramente, non dal solito punto di vista dei potenti, siano essi dittatori, imperatori, papi o re. Perché le dinamiche “dal basso”, quelle per cui tutti noi siamo “agenti”, dotati di intenzionalità e scelta, hanno avuto e continuano ad avere un valore assoluto.

Continua a leggere sulla rivista