Archeologia Viva n. 228 – novembre/dicembre 2024
pp. 66-72
di Serena Raffiotta; schede di Carmelo Nicotra e Serena Raffiotta
Compie quarant’anni il museo di questa cittadina dell’Ennese erede della grande Morgantina
Dal progetto di un antiquarium per gli straordinari reperti tornati in luce negli scavi regolari a un prestigioso complesso espositivo capace di accogliere le grandi opere della città antica rientrate dall’esilio
Il Museo archeologico regionale di Aidone ha spento le prime quaranta candeline. Il 20 ottobre 1984 si inaugurava nel convento dei Cappuccini di questo piccolo comune montano della provincia di Enna, al centro della Sicilia, un museo destinato a raccontare i risultati dei primi trent’anni di ricerche a Morgantina, importante insediamento siculo-greco venuto alla luce nelle campagne a pochi chilometri dal paese. Dal 1955 l’antica città stava svelandosi sotto i colpi di piccone di una missione archeologica americana che da allora, in virtù di una concessione della Regione Siciliana, non ha mai smesso di essere presente ad Aidone.
Lo stretto legame di amicizia tra il primo direttore della missione, lo svedese Erik Sjöqvist, docente di Archeologia classica a Princeton, e il “re archeologo” Gustavo VI Adolfo, garantì alla Princeton University Archaeological Expedition to Sicily il sostegno economico dello stesso Regno di Svezia, fondamentale per i primi investimenti come l’acquisto dei terreni privati in cui avviare le indagini.
Il re e la regina raggiunsero personalmente Aidone nel 1955 e 1956 durante le prime campagne di scavo, orgogliosi di offrire il proprio sostegno a un ambizioso progetto scientifico, che sin dalle primissime scoperte nell’area dell’immensa agorà ellenistica lasciava presagire il successo dei ritrovamenti futuri.