Archeologia Viva n. 142 – luglio/agosto 2010
pp. 52-56
di Alfredo e Angelo Castiglioni
Iniziano fra pochi mesi sotto la direzione dei fratelli Castiglioni le ricerche nel sito archeologico più importante dell’Eritrea
Un porto famoso nell’antichità per gli scambi fra Mediterraneo e Oriente il cui scavo potrebbe risolvere importanti quesiti a partire dalla collocazione della mitica “terra di Punt”
Siamo ad Asmara, invitati dal presidente Isaias Afewerki per un incarico che è anche un grande riconoscimento per la ricerca italiana e per il Ce.R.D.O. (Centro Ricerche Deserto Orientale), la nostra associazione operativa: una serie di campagne di scavi ad Adulis, il più importante sito archeologico dell’Eritrea.
Approfittiamo del tempo libero per visitare Asmara, affascinante, immersa nel verde di imponenti eucalipti e palme annose, disseminata di buganville, l’aria frizzante – siamo a 2.363 metri – e densa di profumi.
La città conserva testimonianze della presenza italiana degli anni Venti e Trenta (l’Eritrea è stata la nostra prima colonia, dal 1890 al 1941). Non lontano dal cinema Impero, il cinema Roma, il più importante, è ancora arredato con le poltroncine e le tende rosse dell’epoca. Gli architetti italiani si sbizzarrirono. Così la concessionaria Fiat (la “effe” allungata del vecchio logo) ha la forma di un aereo, con la cabina vetrata per gli impiegati e le grandi ali in cemento a sfidare la legge di gravità.
La cattedrale, del 1923, ha un bell’altare in marmo di Carrara, mentre confessionale e battistero sono in pregiato noce nostrano. Ma eccoci dal Presidente; con noi c’è anche Carlo Guidi, consulente scientifico del governo eritreo. Isaias Afewerki è gentile e amichevole come tutti gli eritrei.
Stiamo insieme quasi due ore: vuole affidarci gli scavi dell’antico porto di Adulis. Il Presidente non perde tempo e ci fissa un appuntamento con il direttore del Museo archeologico, Yosef Libsekal. Il Ce.R.D.O. ottiene così l’autorizzazione per le ricerche. […]