Nuove scoperte dalle Grandi Terme di Aquileia

2 dicembre 2024


Un’abside monumentale di circa 30 metri di ampiezza, una decina di parti di statue di divinità, imperatori o alti dignitari oltre a  frammenti di colonne, tra cui una colossale del cosiddetto marmo africano (nell’odierna Turchia).
Sono gli sorprendenti risultati dell’ultima campagna di scavo degli archeologi dell’Università di Udine nell’area delle Grandi Terme di Aquileia.  

Nuova (retro)datazione

Gli ultimi studi da parte dell’equipe dell’Ateneo friulano hanno portato a retrodatare di almeno un decennio la costruzione del complesso. «Abbiamo fatto analizzare al carbonio 14 – racconta la professoressa Marina Rubinich – un palo di ontano che abbiamo scoperto effettuando un carotaggio nell’area dell’abside del frigidarium, e che era stato utilizzato dai romani per bonificare la zona prima di costruire il muro». La costruzione dell’edificio iniziò quindi al tempo di Massimiano e Diocleziano, i due Augusti che abdicarono nel 305 d.C. Costantino, che conquistò Aquileia nel 312 d.C., potrebbe quindi aver solo completato l’opera, prima del 325, appropriandosi però del merito e intestandosi le terme.

Abside frigidarium da nord

La grande abside del frigidarium

La scoperta dell’abside di 30 metri, muri compresi, è avvenuta nell’area del percorso balneare delle terme. Era infatti aperta sulla grande aula del frigidarium. Pavimentata in lastre di marmo e calcare, l’abside chiude a est l’asse centrale delle terme. Trova una perfetta corrispondenza nella più piccola abside del calidarium, larga 15 metri, situata sul lato opposto e messa in luce tra il 2021 e il 2023. Le fondazioni dei muri dell’abside, larghe più di 5 metri, dovevano sostenere un imponente alzato a più piani che doveva contenere nicchie per statue e serviva anche da facciata monumentale delle terme verso la città di Aquileia.  «È una novità eccezionale – spiega il professor Matteo Cadario (Università di Udine) – che conferma ulteriormente lo splendore e la maestosità dell’edificio e consente di comprenderne meglio la pianta. Come si comprende dai confronti con le terme Erculee di Milano e con le Kaiserthermen di Trier, il modello è caratteristico delle terme imperiali di età tetrarchica, ossia costruite tra il 293 e il 305 d.C., quando l’impero fu governato da quattro imperatori».

Abside frigidarium vista generale

Le statue e la colonna

Nel corso dello scavo è stata scoperta anche una decina di frammenti di statue di epoche diverse. Le statue furono riunite all’inizio del IV sec. d.C. per ornare adeguatamente il frigidarium, che si presentava quindi come la sala più splendida dell’edificio. Spiccano due parti di statue maschili in toga, una in origine colossale, e una statua con indosso la corazza di dimensioni pari al vero, probabilmente raffiguranti in origine imperatori o alti dignitari. Ma sono stati trovati anche alcuni frammenti di statue di divinità, tra cui la parte inferiore di un Esculapio, dio della medicina, e una probabile statuetta di Giove con egida (la pelle della capra Amaltea che il dio usava come mantello).
«Il frigidarium doveva ospitare colonne colossali di marmo africano – commenta Antonio Dell’Acqua – e basi riccamente decorate, simili a quelle impiegate nelle terme inaugurate da Caracalla a Roma nel 216 d.C.».
Dalla stessa zona proviene anche la statua di Diomede scoperta dagli archeologi dell’Ateneo friulano nel 2003 a conferma della ricchezza dell’arredo scultoreo che contribuiva a trasformare le terme imperiali tardoantiche in “musei”.

Colonna colossale in marmo africano

La collaborazione con Fondazione Aquileia

Affermano il presidente della Fondazione Aquileia Roberto Corciulo e il direttore Cristiano Tiussi: «L’ampliamento delle ricerche archeologiche nelle aree conferite dal Ministero della cultura rappresentano una fonte inesauribile di conoscenza e costituiscono una delle linee strategiche fondamentali della Fondazione verso la costituzione del Parco Archeologico. Nel caso specifico, abbiamo inteso intraprendere programmaticamente nel Piano i passaggi preliminari per l’apertura al pubblico dell’area delle Grandi Terme, la più vasta tra quelle conferite dal Ministero della cultura alla Fondazione Aquileia con i suoi 8 ettari di estensione. Essa include due complessi monumentali di primaria importanza nell’urbanistica aquileiese, le terme e il teatro. Inoltre si collega a due aree già aperte al pubblico, il decumano di Aratria Galla con le mura altomedievali e il Sepolcreto».

Frammento di statua togata 

L’Università di Udine ad Aquileia

La presenza dell’Ateneo friulano alle Grandi Terme è ormai consolidata da oltre due decenni. Le prime ricerche infatti risalgono al 2002. Nelle campagne di scavo annuali, in concessione ministeriale, si sono formati oltre 700 studenti di archeologia che hanno potuto acquisire i crediti di tirocinio previsti dal loro percorso di studio. Dal 2016, anno della prima concessione di scavo dal Ministero, allora dei beni e delle attività culturali, fu avviata una nuova e proficua collaborazione con la Soprintendenza e con la Fondazione Aquileia, che aveva appena acquisito l’area in gestione, e che partecipa attivamente alla progettazione dei nuovi interventi di scavo e alla loro valorizzazione.

La scoperta di tre statue

Il contesto storico

Le Grandi Terme di Aquileia, o Thermae felices Constantinianae, come sono chiamate nell’iscrizione di una base di statua di Costantino rinvenuta nell’area, erano state realizzate in una città che era uno dei porti principali del Mediterraneo e una delle nuove residenze imperiali. In età tetrarchica l’impero era stato infatti suddiviso tra quattro imperatori, due Augusti e due Cesari. Gli imperatori cessarono di abitare a Roma, scegliendo altre città, tra cui Aquileia, come loro sedi e dotandole degli edifici adeguati al prestigio di una “capitale”.

Pavimento abside in lastre di pavonazzetto

«La collocazione delle terme nello spazio dell’ampliamento della città protetto dalle nuove mura tardoantiche prova inoltre – sottolinea Cadario – la volontà imperiale di beneficare l’otium della popolazione aquileiese, dotandola di una magnifica struttura termale, come avvenne anche a Milano, Trier, Arles, Antiochia e poi Costantinopoli».

Veduta aerea abside calidarium

Le sinergie

La missione è condotta su concessione ministeriale, in accordo con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per il Friuli Venezia Giulia, con la collaborazione scientifica e il supporto finanziario della Fondazione Aquileia. Le ricerche sono condotte da un team di archeologi del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine guidato da Matteo Cadario, insieme a Marina Rubinich e Antonio Dell’Acqua, e con la collaborazione scientifica della Fondazione Aquileia e del suo direttore, Cristiano Tiussi. Agli scavi hanno partecipato anche 35 studenti dei corsi di laurea triennale e magistrale dell’Ateneo e della Scuola di specializzazione in beni archeologici.


In apertura: abside con frigidarium