Incontro con Giuliano Pinto La voce della storia

Archeologia Viva n. 141 – maggio/giugno 2010
pp. 74-75

Intervista di Giulia e Piero Pruneti

«Il Medioevo fu un’epoca di enormi cambiamenti da cui nacque l’Europa”

«Ma quale “buio” se nella “età di mezzo” nasce l’Università!»

«Nel centro e nel nord d’Italia città-stato comunali paragonabili alle poleis elleniche»

«Per un paio di secoli la moneta di Firenze divenne la valuta degli scambi internazionali»

Il Medioevo, un lunghissimo periodo storico fra la crisi della romanità e il Rinascimento, dentro il quale c’è la gestazione e la coniazione dell’Europa con i suoi valori comuni, nonostante tutto.
È il mondo a cui Giuliano Pinto, odinario di Storia medievale all’Università di Firenze, ha dedicato la sua vita di studioso, nato e cresciuto all’ombra di Palazzo Vecchio e del Bel San Giovanni.

In particolare gli interessi di ricerca del professor Pinto rigardano la storia economica e sociale del basso Medioevo, studiata sia nella sua dimensione urbana (stratificazione sociale, produzioni, rapporti di lavoro, livelli di vita, attività assistenziali) sia in rapporto all’evoluzione delle campagne (storia della porprietà fondiaria, del paesaggio agrario, delle forme di conduzione).

L’ampiezza e il fascino dell’epoca sono sterminati e potremmo parlare per giorni di invasioni, pellegrinaggi, ersie, abbazie, formazione di idiomi, castelli, papato e impero, mercanti e cattedrali, cavalieri e crociate.

L’unico argomento che Pinto rifiuta a priori è quello dei Templari: «Non ne posso più di sentirne parlare». Un uomo allergico alla retorica e alla mistificazione, ancorato alla concretezza, agli aspetti economici e sociali della storia. […]