Archeologia Viva n. 229 – gennaio/febbraio 2025
pp. 40-56
di Lorenzo Nigro
Il sito di Tell es-Sultan – l’antica Gerico in Palestina iscritta nella World Heritage List dell’Unesco – continua a raccontare la storia dell’Umanità
Tutto ebbe origine nel Neolitico presso quella sorgente da cui sgorga ancora l’acqua: domesticazione di piante e animali quindi agricoltura e allevamento… e poi quel villaggio che diventa una città dalle mura possenti e mitiche dove archeologi italiani e palestinesi scavano da un quarto di secolo
Sono le due del pomeriggio del 17 settembre 2023. Ci troviamo a Riad, in Arabia Saudita. In una grande sala sono riuniti i rappresentanti dei 205 Paesi che aderiscono all’UNESCO. Scoppia un grande applauso: i delegati hanno sancito l’iscrizione di cinque nuovi siti alla World Heritage List e tra questi c’è Tell es-Sultan, l’antica Gerico, in Palestina.
È il completamento di un percorso durato ventisei anni, compiuto dalla missione archeologica della Sapienza Università di Roma insieme al Ministero del Turismo e delle Antichità della Palestina (MoTA) con il cofinanziamento del MAECI, attraverso ben venti campagne di scavo e restauro, arricchite da scoperte inattese e da una riscrittura completa della storia di Gerico nei suoi lunghissimi millenni di vita (“La Palestina ricomincia da Gerico”, il primo articolo con i risultati della prima missione congiunta italo-palestinese, fu pubblicato sul numero di novembre/dicembre 1997 di Archeologia Viva e presentato a Firenze in Palazzo Vecchio).
Nonostante tutto, la vita, per più di venticinque anni, ci ha dato questo privilegio: inginocchiarsi nella terra soffice e polverosa di Gerico, sporcarsi della cenere delle case di diecimila anni fa, toccare gli oggetti che ebbero in mano i nostri progenitori…