Archeologia Viva n. 229 – gennaio/febbraio 2025
di Piero Pruneti
La Palestina ricomincia da Gerico… Sono passati ventotto anni da quella fine d’autunno del 1997, quando nel Salone de’ Cinquecento di Palazzo Vecchio presentammo il primo articolo ufficiale sulla ripresa degli scavi nella “città più antica del mondo”.
Firenze – città della pace nell’operato di Giorgio La Pira, il “sindaco santo” – ospitava un incontro promosso dalla nostra rivista, che voleva essere un momento di comunicazione scientifica e anche di speranza per il popolo palestinese. Tant’è che, insieme ai direttori di scavo dell’epoca, Nicolò Marchetti e Lorenzo Nigro, e al loro maestro Paolo Matthiae, intervenne l’ambasciatore Mahmoud Abbas per portare i saluti di Arafat, orfano del suo (fondamentale) interlocutore israeliano Yitzhak Rabin assassinato due anni prima da un connazionale. Quel giorno a Firenze fu una festa dell’archeologia e della positività. Ora ci riproviamo.
L’articolo che pubblichiamo su Gerico, con gli aggiornamenti di ben quasi trent’anni di ricerche-nonostante tutto, ricostruisce una storia lunghissima e formativa per la nostra civiltà occidentale, a partire dal Neolitico e da quella sorgente di ‘Ain es-Sultan che ancora sgorga silenziosa nella depressione del Mar Morto.
Inutile dire che gli ultimi decenni non hanno portato la pace in Palestina. In tutto questo gli archeologi hanno continuato a lavorare in silenzio, proprio come la famosa sorgente, facendo di Gerico l’emblema di una terra che ha bisogno di vivere in pace, forte del suo passato straordinario, al di là delle ideologie e dei fondamentalismi che ne fanno una vittima.
L’imminente “tourismA 2025” ospiterà un intervento dello stesso attuale direttore delle ricerche. In una terra insanguinata, gli archeologi proseguono nella loro “lotta”, a mani nude, per difendere la memoria e il valore della convivenza. Ancora una volta… la Palestina ricomincia da Gerico.
Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”