Gronzo Getty: Lisippo… perché Futuro del passato

Gronzo Getty Lisippo

Archeologia Viva n. 141 – maggio/giugno 2010
pp. 58-63

di Paolo Moreno

L’attribuzione dell’Atleta Getty al celebre bronzista greco è tra le più producenti conquiste di una storia dell’arte greca riscritta sulle opere originali riconosciute nei musei o provenienti da nuovi scavi e dal mare

La statua dell’Atleta che s’incorona rinvenuta nell’Adriatico e richiesta dall’Italia al Getty Museum di Malibu, quale “bene inalienabile dello Stato”, rimane al centro dell’interesse internazionale per la rilevanza del caso giuridico, senza che venga partecipato al pubblico tutto il significato del mirabile bronzo nel catalogo di Lisippo e nelle derivazioni ellenistiche e romane che ne hanno trasmesso il messaggio al medioevo e al rinascimento.

Decisiva è l’identificazione dell’inizio della catena che ha portato alla soglia dell’età moderna la rotazione della figura lisippea. Nell’attività giovanile del bronzista di Sicione, l’Atleta risulta preceduto dall’analogo Eracle che s’incorona (circa 345 a.C.), nel quale la finalità religiosa sublimava la liberazione dal peso della corporeità: sôma, ‘corpo‘, che è sêma, ‘sepolcro‘, nelle parole dei misteri orfici, echeggiate da Platone.

Corinto ha restituito una base con la firma di Lisippo, che denuncia nello scasso della superficie la brutalità con cui la statua che vi si trovava fu asportata durante il saccheggio di Lucio Mummio (146): nell’Urbe, a fronte del rigoroso autografo lisippeo, appare disordinata la scrittura latina della dedica, a nome del trionfatore, di un Hercules Victor e del tempio omonimo sul Foro Boario.

Il simulacro ci è noto da una copia marmorea e minori derivazioni, che rispondono alla fortuna del soggetto nell’oriente ellenistico fino al regno della Battriana (attuale Afghanistan), quando l’archetipo esercitava la sua suggestione dallo scalo intercontinentale di Corinto. […]