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Orsi Halbherr e Gerola: viaggio dalle Alpi all’Egeo

Archeologia Viva n. 141 – maggio/giugno 2010
pp. 50-57

a cura di Barbara Maurina

Sono originari di Rovereto i tre grandi studiosi che tra fine Ottocento e prima metà del Novecento hanno maggiormente contribuito alla nascita dell’archeologia del Mediterraneo contrassegnando un’entusiasmante epopea di ricerche archeologiche epigrafiche e storiche

La vita e l’opera di Federico Halbherr, Paolo Orsi e Giuseppe Gerola, tre studiosi che ci hanno lasciato un patrimonio di conoscenze riconosciuto come base della moderna archeologia, si comprendono appieno solo partendo da una comune origine, Rovereto.

Il contesto storico-culturale del secondo Ottocento in questa città trentina ai confini meridionali dell’impero austroungarico, percorsa da fremiti irredentistici, è importante per capire le scelte dei tre personaggi.

Essi partecipano infatti a quella corrente di “migrazione intellettuale” che li condurrà lontano: Halbherr, approdato nelle aspre terre di Creta nel 1884, scoprì la Grande Iscrizione di Gortina e riportò alla luce gli impressionanti resti delle architetture palaziali di Festos e Hagia Triada; Orsi, dopo un periodo di formazione presso il Museo civico di Rovereto, nel 1889 partì alla volta della Sicilia e della Calabria, dove gettò le basi per la ricostruzione delle antiche civiltà di Sicilia e Magna Grecia; Gerola nel 1900 fu inviato a Creta dal Reale Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti per documentare i monumenti della Serenissima e più tardi, nel 1912, fu chiamato a Rodi per esplorare i monumenti medievali del Dodecaneso, infine mettendo a frutto l’esperienza acquisita nella quotidiana attività di soprintendente, a Ravenna e poi a Trento. […]