News

La Domus Aurea svela i suoi colori

21 gennaio 2025


La grandiosa residenza di Nerone continua a sorprendere con un’eccezionale scoperta legata alle botteghe che lavorarono agli affreschi della monumentale residenza voluta dall’imperatore Nerone. Durante le recenti indagini archeologiche sono state individuate due vasche in uso durante le fasi di cantiere del palazzo sia per spegnere la calce sia per conservare e lavorare i pigmenti colorati da usare nelle decorazioni parietali.

DomusAurea –  Lingotto di blu egizio (©Parcoarcheologico del Colosseo Foto di Simona Murrone)

Tra i pigmenti ritrovati spicca la presenza di ocra gialla all’interno di un’anfora, di vasetti contenenti pigmenti con toni del rosso, come il realgar e la terra rossa, e soprattutto di un eccezionale lingotto del preziosissimo blu egizio pronto per essere macinato. La rarità del ritrovamento è dovuta alle notevoli dimensioni del lingotto (2,4 Kg), dato che il pigmento solitamente viene trovato solo in polvere o sotto forma di piccole sfere, come testimoniato dalle scoperte effettuate soprattutto a Pompei.

Domus Aurea –  Particolare dell’anfora con ocra gialla in fase di scavo (© Parco archeologico del Colosseo)

Un blu prezioso per dipingere

Il blu egizio è un pigmento che non esiste in natura, ma viene prodotto artificialmente cuocendo, a temperatura molto elevata, una miscela di silice, rocce calcaree, minerali contenenti rame e carbonato di sodio. Il procedimento per la sua preparazione viene descritto da Vitruvio nella sua opera De Architectura (VII, 11). Conosciuto e usato almeno dalla metà del III millennio a.C. in Egitto e in Mesopotamia, si diffonde poi nel Mediterraneo antico. Nel mondo romano è impiegato nelle decorazioni pittoriche da solo o associato ad altri pigmenti per realizzare specifiche varietà cromatiche e ricercati effetti di luminosità. Viene ad esempio usato per rendere una tonalità più fredda per l’incarnato delle figure, per realizzare il chiaroscuro nei panneggi delle vesti o, ancora, per dare lucentezza agli occhi.

Domus Aurea -Veduta d’insieme delle vasche di lavorazione da sud (©Parco archeologico del Colosseo)

In gran parte prodotto ad Alessandria

Uno dei maggiori centri di produzione ed esportazione è Alessandria d’Egitto; recenti scoperte ne hanno tuttavia individuati altri in territorio italico, come a Cuma, Literno e Pozzuoli, quest’ultima già ricordata da Vitruvio come luogo famoso per una produzione di eccellenza. A Pompei le testimonianze sono essenzialmente legate alla lavorazione e all’uso del pigmento in contesti di lusso. Il ritrovamento a Roma, in ambito imperiale, di un nucleo così cospicuo di blu egizio conferma ancora una volta la raffinatezza e l’altissima specializzazione delle maestranze che operano nelle decorazioni del palazzo, con l’uso di pigmenti ricercati e costosi.

Planimetria generale del padiglione della Domus Aurea: in evidenza l’ambiente 9 in cui sono state individuate le due vasche (©Parco archeologico del Colosseo)

Fra mondo antico e Rinascimento

Lo studio dei contesti e dei materiali di questo settore della Domus Aurea, ancora in corso, potrebbe aggiungere un importante contributo alla conoscenza dell’uso del pigmento anche nel Rinascimento, come nel “Trionfo di Galatea” di Raffaello. Il brillante blu egizio unisce quindi, a distanza di secoli, i pittori che decorarono il palazzo e i pittori che, con stupore ed emozione, lo riscoprirono nel Rinascimento. Commenta Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo: «Il fascino trasmesso dalla profondità del blu di questo pigmento è incredibile. La Domus Aurea ancora una volta emoziona e restituisce la brillantezza dei colori utilizzati dai pittori che abilmente decorarono la stanze di questo prezioso e raffinato palazzo imperiale».


In apertura: Domus Aurea: Macro del lingotto di blu egizio (©Parco archeologico del Colosseo. Foto di Simona Murrone)