22 gennaio 2025
Di Giulio Magli
Un’eclissi solare totale verificatasi il 1° aprile 2471 a.C. potrebbe aver segnato la fine dell’era delle grandi piramidi egizie. Questo mio studio propone una nuova ipotesi rivoluzionaria, che getta luce su un misterioso cambiamento nelle pratiche funerarie dell’Antico Regno.
La quarta dinastia (circa 2600-2450 a.C.) rappresenta l’apice dell’architettura egizia, con la costruzione delle magnifiche piramidi di Dahshur e Giza, inclusa la straordinaria Grande Piramide di Cheope. Tuttavia, durante il breve regno del faraone Shepseskaf, si assiste a una svolta radicale: la sua tomba non era una piramide, ma una massiccia struttura rettangolare con estremità rialzate, ispirata ai santuari arcaici di Buto, un sito sacro del delta del Nilo. Inoltre, questa tomba non era visibile da Heliopolis, centro del culto del Sole.
Le ragioni dietro il radicale allontanamento di Shepseskaf dalla tradizione non sono mai state spiegate in modo soddisfacente, fino a ora. Un nuovo studio condotto dal Dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano, fornisce una nuova ipotesi basata sull’archeoastronomia.
Dati e calcoli inediti
I dati e i calcoli disponibili sulle eclissi storiche mostrano che il 1° aprile 2471 a.C. si è verificato un evento significativo e inaspettato sul delta del Nilo: un’eclissi solare totale, con il percorso della totalità quasi centrato sulla città sacra di Buto. Anche l’area di Giza e la capitale, Memphis, erano molto vicine alla zona di totalità (>95%).
L’eclissi totale del 2471 a.C. potrebbe essere stata interpretata come un presagio divino. Questo avrebbe spinto Shepseskaf a rompere con la tradizione, riflettendo un cambiamento simbolico e politico cruciale. L’eclissi sembra quindi aver innescato una crisi che portò alla fine del predominio del culto solare nelle scelte architettoniche regali.
I successori di Shepseskaf cercarono di ripristinare l’importanza del culto solare, ma nessuna delle piramidi successive riuscì a eguagliare la qualità e la maestosità dei monumenti di Giza. Lo studio condoto da chi scrive collega per la prima volta un evento astronomico specifico a un cambio di paradigma nell’architettura funeraria, fornendo anche una nuova àncora cronologica per il regno di Shepseskaf
Giulio Magli
astronomo e astrofisico
membro del comitato scientifico di Archeologia Viva