Incontro con Sebastiano Tusa La voce della storia

Archeologia Viva n. 140 – marzo/aprile 2010
pp. 76-77

Intervista di Giulia e Piero Pruneti

«Il segreto della civiltà è l’incontro dei popoli: così è sempre avvenuto in Sicilia»

«Quasi tutte le isole minori furono colonizzate in età neolitica dai pionieri della navigazione»

«Il livello del Mediterraneo si è innalzato e sono affascinanti le prospettive dell’archeologia preistorica sottomarina»

«Il futuro delle ricerche subacquee è a grande profondità ma non dobbiamo avere fretta»

Stirpe di soprintendenti. Suo padre, Vincenzo, scomparso proprio un anno fa, è stato uno dei soprintendenti “storici” della Sicilia. Qualche volta discusso, come tutte le persone che hanno il coraggio di ucire dai binari. Anche il figlio, Sebastiammo, è tosto, con quell’aria di bonaccia che fa presto a trasformarsi in tempesta se le cose non tornano.

Grande studioso della preistoria siciliana e grande esperto di archeologia subacquea, alla fine è l’elemento acquatico che ha preso il sopravvento nella sua vita. Sebastiano Tusa è a capo della Soprintendenza regionale del Mare, che lui stesso ha “fondato” nel 2004 convincendo gli amministratori dell’isola a creare il primo, e per ora unico, organismo italiano specializzato nella ricerca e nella tutela dei beni culturali legati al mare.

Una delle sue scoperte più clamorose rigurarda la battaglia delle Egadi, di cui ha potuto individuare il braccio di mare dove fu combattuta grazie a un serie di ricerche incrociate che non hanno escluso metodi da detective.

Archeologo nel midollo: il curriculum degli scavi condotti “per terra e per mare” è lunghissimo, in Italia e all’estero, in Iraq, Iran, Congo, Turchia, Pakistan, Libia, Giappone… Crede fermamente nella divulgazione come strumento per fare el cittadino un alleato strategico del patrimonio culturale […]