Nelle tombe ‘sospese’ di el-Hagarsa Taccuino di viaggio

Egitto. Nelle tombe di el-Hagarsa

Archeologia Viva n. 140 – marzo/aprile 2010
pp. 66-68

di Maurizio Zulian

È uno dei siti più suggestivi della valle del Nilo rigorosamente chiuso al turismo che il nostro inviato in Egitto visita in esclusiva arrampicandosi sulla montagna della necropoli

La grande falesia incute soggezione. Pensare di arrampicarsi lassù crea una certa ansia. Mentre i custodi discutono con Asraf el Tarabishi, capo degli ispettori delle antichità di Sohag, su come salire e di quali ipogei visitare, non riesco a distogliere lo sguardo dalla meta. R

iaffiorano emozioni e paure di una precedente escursione, qualche anno fa, mentre sotto la roccia a picco procediamo sullo sterminato ravaneto di pietre taglienti, che il grande calore sembra raggrumare in un unico ammasso.

Mi ero promesso che non avrei di nuovo sfidato la sorte per visitare questa necropoli dell’attuale Medio Egitto.

Osservando l’altissima falesia, di una bellezza primordiale, immutata nei “milioni di anni” direbbe un antico egiziano, viene spontaneo chiedersi cosa dovettero affrontare i costruttori di tombe se siamo in difficoltà solo per visitarle.

Si tratta della necropoli rupestre di el-Hagarsa, la Ptolemais Hemiu dei greci, una decina di chilometri da Sohag, al confine meridionale del IX nomo, l’Emblema di Min (dio protettore della fertilità) dell’antico Alto Egitto. […]