Pidocchi sulla testa del re! Scienze per l'archeologia

Archeologia Viva n. 140 – marzo/aprile 2010
p. 55

di Gino Fornaciari

Sono stati ritrovati nella mummia di Ferrante II d’Aragona e attestano come nell’Italia del Rinascimento il “popolare” parassita non disdegnasse l’ospitalità di personaggi al vertice della scala sociale

È un parassita tenace, arrivato indenne fino a noi (che teniamo a bada con una costante guerra chimica). Per combatterlo un tempo si ricorreva a una soluzione radicale: la rasatura completa, molto diffusa fra le classi sociali più basse e nelle comunità, come caserme e collegi, dove si viveva a contatto stretto.

Le infestazioni da pidocchi hanno probabilmente accompagnato l’uomo dai tempi remoti, quando i nostri antenati preistorici sopportavano, al pari delle altre specie animali con cui dividevano l’ambiente, la presenza sul proprio corpo di questo e di altri noiosi ospiti, a partire da pulci e zecche.

Il più antico uovo di pidocchio del capo è stato trovato su un capello in un sito archeologico del nordest del Brasile e risale a 10 mila anni fa, mentre il più antico ritrovamento nel Vecchio Mondo proviene dalla grotta di Nahal Hemar nei pressi del mar Morto in Israele datata a 9000 anni… […]