Le ore della donna in Grecia e Magna Grecia Il tempo dell'antico

Le ore della donna in Grecia e Magna Grecia

Archeologia Viva n. 140 – marzo/aprile 2010
pp. 32-39

di Federica Giacobello

Le immagini dipinte sui capolavori prodotti dai maestri della ceramica in Attica e nell’Italia meridionale ci forniscono un quadro esauriente di vita aristocratica al femminile: la straordinaria documentazione della raccolta di Intesa Sanpaolo

L’ora fondamentale nella vita di ogni donna greca e magnogreca era quella del matrimonio, che costituiva una vera e propria cesura tra una lunga attesa trascorsa nei preparativi e una realizzazione con cui la donna sposata entrava nella vita adulta e nel compimento del proprio ruolo.

Il matrimonio implicava il passaggio dalla casa paterna al “nuovo” spazio chiuso dell’abitazione dello sposo. Concordemente alle raffigurazioni che possiamo osservare sui vasi, di questa realtà ci parlano anche le fonti, impegnate sin dall’età omerica a proporre come modello la sposa fedele e obbediente: Penelope al telaio in attesa di Odisseo.

Nella figura di Penelope, nei suoi atteggiamenti civettuoli verso i Proci – com’è stato osservato da Eva Cantarella – si scorge tuttavia anche la diffidenza che l’uomo greco, unico protagonista della realtà politica, sociale e culturale, aveva nei confronti della “femmina”, essere subdolo e ambiguo.

Tutto ciò porta a comprendere perché uno dei requisiti fondamentali richiesti alla donna sia la bellezza: la donna nasce per compiacere il maschio e appagarne l’occhio, perciò sua indispensabile occupazione è la cura del corpo e la scelta delle vesti.

Mentre dovere e attività principale di ogni sposa è generare e allevare i figli, attività che viene svolta all’interno delle mura domestiche, suo spazio e confine. […]