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Foro di Aquileia: cronaca di un grande restauro

12 giugno 2025


Procedono a pieno ritmo i lavori di restauro che la Fondazione Aquileia ha intrapreso nel settore orientale del foro, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia. Si tratta di un intervento molto atteso, poiché interessa, per la prima volta sistematicamente, l’intero complesso monumentale, che costituisce una delle immagini più iconiche del sito UNESCO.

Protezione dall’acqua

I lavori prevedono prima di tutto il completamento dei drenaggi che assicurano, assieme alle pompe idrovore, il prosciugamento costante dell’area del foro. L’area si trova infatti a una quota prossima al livello medio marino e quindi soggetta alla risalita di acqua di falda. Accanto a questo si procede alla pulizia e al restauro del lastricato della piazza, dei gradini, delle colonne e del lastricato del portico.

Veduta aerea del Foro di Aquileia (Foto© Gianluca Baronchelli) 

Correva il 1934…

Ricorda il direttore della Fondazione, Cristiano Tiussi: «Il complesso fu individuato casualmente solo nel 1934, durante l’escavazione di un fossato di bonifica alle spalle delle case moderne che si affacciavano sulla attuale SR 352. Scavato dalla Soprintendenza delle Tre Venezie per un breve tratto del colonnato orientale del portico e della gradinata che dà sullo spazio scoperto, fu oggetto nel 1937 di un ardito intervento di anastilosi pensato dall’allora Soprintendente Ferdinando Forlati e da Giovanni Brusin, con il quale alcune colonne furono nuovamente erette e le parti mancanti integrate con solido laterizio».

La demolizione delle case

A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, allo scopo di mettere in luce una porzione più ampia del monumento, si cominciò a pensare all’esproprio delle case che vi si sovrapponevano: il processo si concluse all’inizio degli anni Ottanta con la demolizione dell’ultima di esse. Negli anni successivi, la direttrice del Museo Archeologico Nazionale, Luisa Bertacchi, diede seguito allo sterro dell’intera area tra le colonne del portico e la SR 352, raggruppando i materiali architettonici in pietra man mano messi in luce sulla pavimentazione della piazza, nel punto in cui essi erano stati trovati.

A partire dal 1989 cominciò anche lo scavo del settore occidentale del foro, oltre la SR 352, mentre nel 2021, la Fondazione Aquileia, cui l’area è stata conferita nel 2017, e la Soprintendenza hanno realizzato un cantiere pilota di restauro riguardante tutto il settore orientale.

Un progetto ambizioso

Afferma il Presidente della Fondazione Roberto Corciulo: «Dopo quasi novant’anni, è la prima volta che si mette in atto un lavoro sistematico di questo tipo, e ciò dà il senso dell’impegno che esso richiede. Per noi questo è il primo tassello di un ambizioso progetto di restauro dei grandi monumenti al centro della città romana –  cioè il porto fluviale, il foro e il decumano di Aratria Galla, e di collegamento delle stesse aree archeologiche –  con un percorso di quasi un chilometro dal porto fino al Sepolcreto che permetterà ai visitatori di misurare davvero l’ampiezza dell’antico centro».

Insieme alle strutture conservate in situ, saranno oggetto di restauro anche numerosissimi frammenti architettonici sparsi sull’antica piazza, mentre altre  indagini archeologiche riguarderanno l’area delle botteghe alle spalle del colonnato.


Foto restauri ©Nicola Oleotto