Archeologia Viva n. 139 – gennaio/febbraio 2010
pp. 72-73
di Silvia Segnalini e Umberto Tecchiati
Per reperire testimonianze archeologiche la risposta è “no” a meno che non si tratti di ricerche autorizzate
Ma vediamo le argomentazioni del nostro esperto e l’esperienza significativa della Soprintendenza di Bolzano
Nei due numeri precedenti di AV ci siamo intrattenuti sulle scoperte fortuite di beni archeologici. Questa volta cambiamo scenario.
Il metal detector: si può utilizzare o no per ricerche archeologiche? Lo scenario è diverso, appunto, perché la scoperta col metal detector non è più fortuita, ma intenzionale e pertanto dovrebbe rientrare in un quadro di ricerche autorizzate: se quindi l’uso di tale strumento è stato previsto nell’ambito di una concessione di ricerca, nulla quaestio.
Altrimenti la legge italiana consente già di perseguire penalmente, e con successo, le condotte in cui un privato venga sorpreso a utilizzare il metal detector per compiere ricerche su territori a valenza archeologica. Lo dimostrano le pronunce rinvenibili in giurisprudenza (per la verità, non molte). […]