Affreschi romani: scorci di paradiso terrestre Capolavori dal mondo antico

affreschi romani

Archeologia Viva n. 139 – gennaio/febbraio 2010
pp. 32-44

di Umberto Pappalardo

Le residenze “principesche” dell’alta società romana colpiscono per la sontuosità delle decorazioni parietali

Rivisitiamo questa straordinaria dimensione dell’arte antica con la guida di uno dei suoi studiosi più attenti e di un volume appena uscito…

Le case delle città ellenistico-romane – siano esse Antiochia, Apamea di Siria, Pella di Macedonia, Roma, Ostia o Pompei – ci lasciano attoniti per la grandiosità della concezione architettonica e la sontuosità delle decorazioni.

Approfittando dell’eccezionale libertà a noi oggi consentita di intrufolarci in tutti gli ambienti di un’antica abitazione, abbiamo la facoltà di cogliere la totalità dei programmi decorativi, sia della parte pubblica sia della parte privata, facendoci un’idea dei loro abitanti e delle loro aspirazioni. Una tale libertà non sarebbe stata mai concessa ai contemporanei, se estranei alla casa.

Dobbiamo infatti supporre che il legame fra gli abitanti e le decorazioni con le quali essi convivevano fosse molto profondo, essendo i mosaici e i dipinti parietali praticamente inamovibili.

Pompei e le altre città sepolte dal Vesuvio sono particolarmente efficaci nel nostro intento. La stessa Roma ci ha tramandato gli edifici monumentali, che ci ricollegano ai grandi avvenimenti della storia, ma che ben poco hanno da narrare sulla vita quotidiana.

Ogni città della provincia viveva nel riflesso di quanto avveniva e si pensava nella capitale; per questo noi oggi possiamo rivolgerci alle città vesuviane anche per ritrovarvi un riflesso di quanto si pensava nell’Urbe. […]