Archeologia Viva n. 233 – settembre/ottobre 2025
pp. 70-71
Intervista di Giulia Pruneti
«Un mulino ad acqua ha segnato il mio destino»
«Quella subacquea è la Cenerentola dell’archeologia»
«Il futuro di Venezia? Sicuramente sott’acqua»
«Da sempre l’uomo deve fare i conti con questo elemento naturale»
«Il grande Po è anche il grande dimenticato»
Per dire di conoscere Luigi Fozzati devi osservarlo in acqua o comunque in prossimità di quell’elemento che da sempre contraddistingue la sua vita. Ambienti di lavoro (e di passione), le superfici acquatiche, siano esse laghi fiumi o mari, lo hanno plasmato sin da giovanissimo quando iniziò a “scavare” in quel legame speciale tra l’uomo e l’acqua, fino a diventare uno dei maggiori esponenti italiani della prima generazione di archeosub.
Amico da sempre – e membro del Comitato scientifico – di Archeologia Viva, Fozzati è stato assegnista appena laureato presso l’Istituto del Vicino Oriente Antico dell’Università La Sapienza, ha insegnato Archeologia subacquea all’Università Ca’ Foscari, è stato funzionario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (oggi MiC) prestando servizio in Piemonte, Veneto e, da ultimo, in Friuli Venezia Giulia come soprintendente regionale.
Ha lavorato fin dall’inizio con Claudio Mocchegiani Carpano nel Servizio Tecnico di Archeologia Subacquea fondato da Francesco Sisinni.